Lotta al caporalato, nuove disposizioni per le Asl dovranno certificare: “eventuale derivazione causale di danni fisici oggetto di refertazione con le condizioni di lavoro”
LATINA – Stretta sulla lotta al caporalato e alle condizioni di sfruttamento lavorativo, in caso di infortunio. Oltre alle forze dell’ordine, alla procura e all’Ispettorato del lavoro, un ruolo centrale nella lotta al caporalato e allo sfruttamento del lavoro sarà giocato dalla Asl. A stabilirlo è il protocollo d’intesa siglato nei giorni scorsi e accolto con favore anche dai sindacati Uila Uil e Flai Cgil, che istituisce una rete organizzata d’intervento puntando al contempo a costruire strategie concrete a tutela delle vittime. Con questi obiettivi il nuovo accordo stabilisce ruoli precisi in capo alle istituzioni, partendo dai controlli della polizia, dell’Arma dei carabinieri e della guardia di finanza, passando per i compiti attribuiti alla procura e all’Ispettorato del lavoro, per finire alla Asl.
In una delibera firmata dalla direttrice generale Sabrina Cenciarelli, l’azienda sanitaria prende atto ufficialmente dei contenuti del protocollo e delinea un quadro chiaro di interventi per tutelare i lavoratori vittime di sfruttamento e di incidenti e migranti vittime di reato, “soggetti deboli e particolarmente vulnerabili”, e favorire l’emersione del fenomeno.
Nella delibera si stabilisce che, attraverso i presidi di pronto soccorso, nel caso in cui si presenti un cittadino straniero presumibilmente in condizioni di sfruttamento o che abbia subito lesioni riconducibili alla sua attività lavorativa, il personale sanitario si adoperi per garantire un’adeguata attenzione. Oltre dunque all’attività anamnestica, diagnostica e di assistenza clinica, nella documentazione medico ospedaliera (sia nell’anamnesi che nelle dichiarazioni rese dal paziente in fase di accettazione) dovrà essere evidenziata ogni circostanza utile ad accertare “l’eventuale derivazione causale di danni fisici oggetto di refertazione con le condizioni di lavoro. Il protocollo dunque punta a modificare l’approccio degli operatori sanitari nel momento in cui si presentino negli ospedali lavoratori presumibilmente vittime di incidenti avvenuti sul luogo di lavoro. L’obiettivo è fare in modo che la narrazione delle vittime non sia condizionata dalla paura, ma anche facilitare l’impulso all’attività investigativa per accertare eventuali condizioni di irregolarità e sfruttamento. Nella gran parte delle indagini su questo tema, soprattutto se scaturite da infortuni o incidenti, è del resto richiesto l’immediato intervento degli ispettori della Asl. All’attività anamnestica, diagnostica e di assistenza clinica, nella documentazione medico ospedaliera (sia nell’anamnesi che nelle dichiarazioni rese dal paziente in fase di accettazione) dovrà essere evidenziata ogni circostanza utile ad accertare “l’eventuale derivazione causale di danni fisici” oggetto di refertazione con le condizioni di lavoro. Il protocollo dunque punta a modificare l’approccio degli operatori sanitari nel momento in cui si presentino negli ospedali lavoratori presumibilmente vittime di incidenti avvenuti sul luogo di lavoro. L’obiettivo è fare in modo che la narrazione delle vittime non sia condizionata dalla paura, ma anche facilitare l’impulso all’attività investigativa per accertare eventuali condizioni di irregolarità e sfruttamento. Nella gran parte delle indagini su questo tema, soprattutto se scaturite da infortuni o incidenti, è del resto richiesto l’immediato intervento degli ispettori della Asl.
L’azienda sanitaria dovrà ora notificare il provvedimento alle strutture interessate e dare esecuzione ai punti contenuti nel protocollo.