Delitto di Gianmarco Pozzi, compare una nuova prova: una carriola da muratore. La Procura di Cassino avvia gli accertamenti scientifici
PONZA – Una nuova prova spunta nelle indagini sulla morte di Gianmarco Pozzi, il 27enne romano ex pugile trovato senza vita il 9 agosto del 2020. Si tratterebbe di una carriola l’elemento nuovo capace di apportare tasselli utili all’inchiesta della Procura di Cassino. I familiari del ragazzo non hanno mai avuto dubbi sul fatto che la morte sia stata la conseguenza di un’azione violenta, dunque un omicidio. Due mesi fa i familiari di Pozzi si erano recati in Procura a Cassino per sollecitare approfondimenti. Nel frattempo, come si sa, si è chiuso il primo grado del procedimento che portò all’indagine su un traffico di droga a Ponza emerso proprio durante le verifiche sulla morte del giovane romano.
Vicino al luogo dove fu rinvenuto il cadavere è stata trovata una carriola e adesso si esamineranno le impronte. La Guardia di Finanza ha sequestrato la carriola rinvenuta in un terreno adiacente la proprietà in cui, quasi tre anni fa, il 27enne romano fu trovato cadavere, con evidenti ferite alla testa e in altre parti del corpo. Il piccolo veicolo a mano dunque riporta l’attenzione su una testimonianza rimasta al vaglio della Procura di Cassino, titolare dell’inchiesta aperta per omicidio. Una testimonianza indiretta, resa da un uomo che avrebbe riferito ai familiari del 27enne di aver appreso che una donna, il 9 agosto 2020, di primo mattino, ancora prima che fosse rinvenuto il cadavere del ragazzo, aveva notato lungo via Staglio alcune persone che trasportavano su una carriola una persona con le gambe penzolanti all’esterno del piccolo mezzo.
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