Rapporto Agromafie, nel pontino un giro di affari illeciti di 1,3miliardi. Fondamentale proseguire monitoraggio e vigilanza
LATINA – È stato presentato il nuovo rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes e Fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare sui crimini agroalimentari. E il quadro che emerge per la provincia di Latina non è positivo: il livello di infiltrazione criminale risulta medio-alto. Secondo una stima di Coldiretti Lazio il business delle agromafie nella regione è di 1,3 miliardi, estendendo la sua azione a sempre nuovi ambiti, dalla falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari al controllo della logistica, dall’appropriazione di terreni agricoli e fondi pubblici, fino all’usura, al furto e al cybercrime.
Il fenomeno delle agromafie si è progressivamente allargato negli ultimi anni, investendo tutti gli anelli della filiera, partendo dal settore primario per arrivare a quello della distribuzione e della ristorazione. Un business in costante aumento con attività illecite che spaziano dalla falsificazione e sofisticazione dei prodotti alimentari, dal controllo della logistica all’appropriazione di fondi pubblici, fino all’usura e al furto, dinanzi alle quali l’analisi e la denuncia rappresentano strumenti imprescindibili di lotta.
Un giro di interessi di enormi proporzioni. Tra le mafie, la camorra è quella, tra le mafie tradizionali, a occupare una posizione di spicco su tutto il territorio regionale, con oltre 80 aziende confiscate. Il suo principale settore di infiltrazione è quello della ristorazione, che rappresenta tra bar e ristoranti il 58% del business criminale. Rispetto alla camorra, invece, la ‘ndrangheta ha interessi più ampi e meno legati al comparto della ristorazione. Le aree di infiltrazione della ‘Ndrangheta, infatti riguardano principalmente i settori connessi alle costruzioni, al comparto immobiliare, al commercio sia all’ingrosso che al dettaglio. Spaziano, invece, dall’immobiliare al commercio della ristorazione e alle costruzioni, gli interessi dei gruppi locali autoctoni e autonomi. Tra i settori di investimento più redditizi figurano proprio quello della ristorazione che costituisce complessivamente oltre il 16% del totale degli affari illeciti.
Secondo il presidente di Coldiretti Lazio, David Granieri è necessario continuare la vigilanza sui fenomeni mafiosi, proprio come sta facendo la Fondazione Osservazione Agromafie, occorre continuare il monitoraggio che in questi anni ha realizzato un’approfondita analisi.
Proprio dall’attività dell’Osservatorio Agromafie è nato il disegno di legge sulle sanzioni in agricoltura e pesca, recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri su iniziativa del ministro Lollobrigida, con la riforma del codice penale proposta dalla cosiddetta “Legge Caselli” e l’inclusione di un nuovo capo interamente dedicato ai delitti contro il patrimonio agroalimentare. Un evento atteso oltre dieci anni che l’attuale Governo ha avuto il coraggio politico di concretizzare, potenziando per la prima volta gli strumenti a disposizione delle forze dell’ordine e della magistratura contro la criminalità dell’agroalimentare.