Sanità: oltre 20mln di euro dalla Regione per superare le liste d’attesa: a Latina oltre 1,5 milioni
ROMA – Per tutto il Lazio 20,7 milioni di euro, risorse ripartite tra le varie Asl in base al numero di visite ed esami ancora erogati fuori soglia. Nel Lazio, secondo i dati messi a disposizione da Lazio Crea, ci sono ancora quasi 459mila prestazioni erogate fuori soglia. Il provvedimento è riportato in una delibera di giunta con cui la Regione dà seguito al decreto legge 73/2024 che prevede “misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie”. E prevede risorse per abbattere le liste di attesa, da ripartire nelle varie Asl in base ai numeri forniti da Lazio Crea sulle prestazioni che non risultano prenotate nel rispetto delle tempistiche stabilite dal piano nazionale di governo delle liste di attesa. Il provvedimento è riportato in una delibera di giunta con cui la Regione dà seguito al decreto legge 73/2024 che prevede “misure urgenti per la riduzione dei tempi di attesa delle prestazioni sanitarie”. E prevede risorse per abbattere le liste di attesa, da ripartire nelle varie Asl in base ai numeri forniti da Lazio Crea sulle prestazioni che non risultano prenotate nel rispetto delle tempistiche stabilite dal piano nazionale di governo delle liste di attesa.
Sono esattamente 458mila 954, un numero che la Regione punta ad azzerare. Per questo, dopo aver stanziato lo scorso ottobre 17 milioni di euro per permettere alle Asl di erogare oltre 400mila prestazioni fuori soglia, stanzierà altri 20,7 milioni da distribuire tra le aziende sanitarie in base alle necessità.
Nella Asl Roma 1 sono 89mila 61 le prestazioni ancora erogate fuori soglia, nella Roma 2 84mila 339, nella Roma 3 40mila 984, nella Roma 4 21mila 338, nella Roma 5 21mila 101, nella Roma 6 32mila 649. Guardando ai numeri delle aziende ospedaliere della capitale, al San Camillo risultano prenotati fuori dai limiti delle tempistiche stabilite 12mila 55 prestazioni, 7mila 525 al San Giovanni, 26mila 140 al policlinico Umberto I, 8mila 123 all’Ifo, 717 all’istituto Spallanzani, 7mila 646 al Sant’Andrea e 16mila 135 al policlinico Tor Vergata.
Nel resto della regione sono erogate fuori soglia, oltre alle 19mila 499 prestazioni a Viterbo, 15mila 160 a Rieti, 31mila 820 a Latina e 24mila 662 a Frosinone.
Il valore economico complessivo delle prestazioni fuori soglia è di oltre 20,7 milioni di euro: sono esattamente 20 milioni 724mila 760,62. La Regione, stabilisce la delibera, erogherà lo stesso importo per abbattere le liste di attesa.
Le risorse saranno ripartite in base ai numeri delle aziende sanitarie forniti da Lazio Crea così da consentire, in tutti i casi, di intervenire su visite ed esami che ancora non vengono forniti nei tempi stabiliti. Alla Asl Roma 1 andranno oltre 4,4 milioni di euro, 3,9 alla Roma 2, 1,8 alla Roma 3. E ancora: 793mila 200 euro saranno destinati alla Roma 4, 1,1 milioni alla Roma 5 e 1,4 alla Roma 6. Al San Camillo andranno quasi 600mila euro (599mila 861), al San Giovanni 253mila 200 euro, al policlinico Umberto I oltre un milione, all’Ifo 269mila 496 euro, oltre 24mila 500 allo Spallanzani, 216mila 700 al Sant’Andrea e 571mila 827 al policlinico Tor Vergata.
Uscendo dalla Capitale, le risorse erogate ammonteranno a 884mila 256 euro per Viterbo, 673mila 494 per Rieti, oltre 1,5 milioni per Latina e più di un milione per Frosinone.
Gli enti del sistema sanitario regionale, una volta notificata la delibera, avranno venti giorni di tempo per predisporre e inviare alla Direzione regionale salute un piano attuativo delle misure per l’abbattimento delle liste di attesa e per assicurare l’erogazione delle visite e degli esami fuorisoglia attraverso “l’utilizzo delle prestazioni aggiuntive, l’attività libero-professionale intramuraria e attraverso il ricorso al sistema privato accreditato”, si legge nel documento.
Ogni ente, inoltre, avrà 45 giorni di tempo per programmare la disponibilità delle agende per le prestazioni fuori soglia da recuperare. Nel caso del ricorso al privato accreditato, poi, le aziende sanitarie competenti per territorio dovranno disporre un apposito budget. Dovrà essere inoltre attivato un sistema di monitoraggio interno a ciascuna azienda sanitaria per verificare l’attuazione delle misure previste.