Politica

Scuola, il “casus belli” del centrodestra di Latina e provincia: promettevano “ricostruzione” e “mai più Cenerentola”

Le linee telefoniche di via Cristoforo Colombo e di via della Pisana, sedi della Giunta regionale e del Consiglio regionale del Lazio, sono state sospese verso la provincia di Latina?
La domanda sorge spontanea alla luce del “casus belli” sul dimensionamento scolastico della Regione Lazio, approvato il 23 dicembre scorso.

La folle interruzione racchiude bene l’idea del cortocircuito tra la Regione Lazio e il territorio, in particolare due Comuni roccaforti del centrodestra, da Latina a Terracina, che hanno dato mandato ai propri legali di impugnare la delibera di dimensionamento 2025-2026 dinanzi al Tribunale amministrativo regionale.
Eppure, la provincia di Latina vanta con ordine Giuseppe Schiboni, assessore alla Scuola della Regione Lazio e storico esponente di Forza Italia della provincia di Latina, 4 volte sindaco di San Felice Circeo e già consigliere e assessore alla Provincia di Latina; Angelo Tripodi (Forza Italia), presidente della commissione Istruzione e Diritto allo studio in Consiglio regionale del Lazio, già consigliere e assessore al Comune di Latina, dopo essere stato rieletto con la Lega; Enrico Tiero (Fratelli d’Italia), presidente della commissione Sviluppo economico, già consigliere e assessore al Comune e alla Provincia di Latina; Elena Palazzo (Fratelli d’Italia), assessore all’Ambiente del governo Rocca, consigliere regionale del Lazio e già amministratore del Comune di Itri; Vittorio Sambucci (Fratelli d’Italia), attuale consigliere regionale del Lazio e già amministratore al Comune di Cisterna di Latina.

Il caso
Al di là delle posizioni legittime tra le parti e dei relativi tecnicismi, l’ultimo incidente diplomatico sembra racchiudere una vera e propria mancanza di dialogo da parte della Regione Lazio persino nei confronti del territorio e, il paradosso dei paradossi, è circoscritto appunto dall’altolà delle Amministrazioni di centrodestra. Però tale ginepraio riguarderebbe solo alcune Amministrazioni di centrodestra, almeno alla cronologia dei fatti e alle dichiarazioni dei rappresentanti regionali.
Con ordine. Da mesi il “casus belli” dimensionamento scolastico naviga sott’acqua, emerge e riaffonda. Roboante è Enrico Tiero (FdI) a fine 2024: “È stato scongiurato l’accorpamento degli istituti scolastici del Sud pontino, grazie anche alla battaglia vinta alla Legge di stabilità regionale”, mostrando i muscoli nei confronti dei colleghi del Sud della provincia di Latina (nota roccaforte di Forza Italia, ma anche dell’assessore Elena Palazzo da Itri, ndr) e sventolando prima due emendamenti della Giunta regionale, a suo dire predisposti dallo stesso Tiero a modifica della delibera dell’Assessore alla Scuola, e poi un ordine del giorno in lungo e largo.
“Ho quindi presentato come primo firmatario, un ordine del giorno collegato alla legge di stabilità regionale con il quale, si impegnava esplicitamente la giunta ad intervenire per impedire che questo accorpamento dannoso venisse effettivamente eseguito. Ci siamo battuti per far approvare due emendamenti della giunta, che hanno quindi scongiurato un’operazione a discapito di tanti alunni e famiglie del territorio. Si è dunque ripristinato il quadro precedente, garantendo l’autonomia all’istituto comprensivo di Castelforte, ed al comprensivo di SS. Cosma e Damiano, così come per Fondi”, aggiungendo un “grande ringraziamento” all’assessore Giancarlo Righini e al presidente Francesco Rocca per il “suo provvidenziale intervento”.

Tutto a posto per il resto? Neanche per sogno. Prima il Comune di Terracina e poi il Comune di Latina hanno ricorso al Tar del Lazio sul dimensionamento scolastico. Dallo spoglio regionale all’analisi politica Eppure, il centrodestra ha fatto man bassa di voti e preferenze in quei Comuni sia alle politiche sia alle regionali che alle Europee; per non parlare del risvolto elettorale in ottica regionale.
Riavvolgendo il nastro della memoria verso febbraio 2023, lo scrutinio è stato strabiliante a Latina e Terracina proprio per Angelo Tripodi (rieletto in Lega, soprattutto con il trascino degli ex Alleanza nazionale legati allo storico “deus ex machina” della destra pontina Vincenzo Zaccheo, degli amministratori leghisti e civici del territorio), presidente della commissione regionale Istruzione e Diritto allo studio, ma anche soprattutto per Enrico Tiero (Fratelli d’Italia, democristiano fino al midollo e a lungo nella prima Forza Italia di Silvio Berlusconi), attuale presidente della commissione regionale Sviluppo economico, mister preferenze in provincia di Latina, assessore in pectore ma è stato lasciato alla Pisana e sostituito da Elena Palazzo (sempre di FdI, storica ex An del Sud pontino).
Il minimo comune multiplo tra Tripodi e Tiero è Latina, la città dove vivono e hanno amministrato a lungo; il primo è stato un missino, poi è passato in An e, infine, ha girato un po’ tutta la galassia dei partiti destra-centro fino a salire sulla “ruota della fortuna” della Lega, grazie alla quale è diventato consigliere regionale del Lazio nel 2018 con appena 3.200 preferenze e riconfermato con oltre 8mila preferenze nel 2023 dopo aver dato battaglia alla II amministrazione Zingaretti; invece, il secondo di stirpe democristiana ha tentato varie volte di essere eletto in Consiglio regionale del Lazio (prima con il Popolo della libertà nel 2013, arrivando secondo al “fazzoniano” Giuseppe Simeone nonostante fosse stato trainato da oltre 12mila preferenze, poi con la debacle di Noi con l’Italia – Udc, racimolando malapena 2.500 preferenze). Tiero non ha mai mollato indipendentemente dalle tornate elettorali e, infine, è stato premiato dalla sua costanza, dopo essersi misurato in tutte le competizioni in oltre 30 anni di politica, comprese le Europee 2014 con il Nuovo centrodestra.

Entrando nel dettaglio dello spoglio delle scorse regionali a Latina, Tripodi ha strappato circa 4mila preferenze con la Lega, beneficiando dell’appoggio incondizionato degli ex An sollecitati dall’ex sindaco Zaccheo e degli amministratori leghisti; il democristiano Tiero, dal canto suo, ha raccolto 4.300 preferenze con FdI nel capoluogo pontino con gran parte del partito schierato a suo sostegno.
Stesso plebiscito anche a Terracina, da quasi sempre a destra negli ultimi 30 anni. Tripodi ha preso circa mille preferenze ed è stato trainato dalla terracinese Sara Norcia, mentre Tiero ha ottenuto oltre 1300 preferenze su spinta dell’altra terracinese Emanuela Zappone, sostenuta da buona parte del partito di FdI e da altri pezzi di centrodestra e non fuori dalla “partita regionale”.
Bottino amaro, invece, per l’ex sindaco di San Felice Circeo Giuseppe Schiboni sia a Latina sia a Terracina, dove è stato votato rispettivamente da 922 e 473 cittadini, nonostante il terzo posto nella lista di Forza Italia con oltre 7300 preferenze (dietro all’eletto Cosimino Mitrano, già sindaco di Gaeta, e all’amministratrice di Fondi, Stefania Stravato) sia comunque valso un Assessorato regionale pesante, dalla Scuola alla Formazione, dalla Ricerca al Merito fino all’Urbanistica.
Fatto sta, Tripodi e Tiero hanno stravinto e devono gran parte a Latina e Terracina per l’elezione.
Una menzione speciale va all’ex leghista Tripodi, il quale i voti da Latina e Terracina sono stati determinati per il collegio di Latina a discapito di Frosinone e la difesa del seggio anche nella fase di riconteggio chiesto a gran voce dal ciociaro leghista Pasquale Ciacciarelli, premiato con un assessorato nel governo Rocca, primo alle scorse regionali per il partito nella provincia di Frosinone ma senza seggio a causa dell’onda pontina An-leghista.
“Ricostruiamo la Regione Lazio”, sosteneva Tripodi in campagna elettorale; successivamente gli ha fatto eco Tiero con la tesi “Latina non è più la ‘cenerentola’ del Lazio”.
La scuola può attendere. Almeno per Latina e Terracina, aspettando il pronunciamento del Tribunale amministrativo regionale.
La Regione Lazio, attraverso i suoi rappresentanti, non poteva confrontarsi anticipatamente – e anche informalmente – con i Comuni “amici”?
Visti i ricorsi…