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Nel Pontino crescono i redditi con un +5,7%, resta il divario fra retribuzioni maschili e quelli delle donne. L’analisi dei Caf Cisl

LATINA – Nel territorio pontino nel 2023 il reddito medio è stato di poco superiori ai 20mila euro, con un aumento del 5,7% rispetto all’anno precedente. Redditi in crescita nella provincia di Latina, come anche nel resto del Lazio. È quanto emerge da un’analisi delle dichiarazioni dei redditi 2024 (quindi inerenti i dati fiscali del 2023) lavorate dai Caf della Cisl della regione. Dall’analisi delle dichiarazioni dei redditi presentate dal Caf della Cisl regionale nel 2023 emerge che Roma è la città più ricca, ma anche quella in cui i redditi crescono molto più lentamente, mentre nel territorio pontino pur registrano un aumento in linea con le altre province i redditi restano sempre i più bassi. Quello medio nella Capitale è stato di 28.235,20 euro nel 2023, con una crescita, rispetto al 2022, solo del 1,4%. Migliora la situazione se si considera il dato provinciale, con una variazione del 2,4% in più ma con un reddito medio che si ferma a 26.694,21 euro. “Le altre province – si viene spiegato in una nota – segnano invece performance di crescita più consistenti, ma bisogna considerare che i redditi medi di partenza sono più bassi”. Così Rieti segna una crescita del 6,5% rispetto al 2022 con un reddito medio di 23.743,84 euro e Viterbo un reddito di 22.540,16 euro e una crescita del 5,8%, mentre a Latina si arriva a con variazione del 5,7% 20.466,83 euro, infine a Frosinone ha variazione del 5,6% rispetto al 2022  21.592,81 euro di reddito medio

Resta però, confermato nel Lazio il gap contributivo tra i salari degli uomini e quelli delle donne; nella Capitale il reddito medio degli uomini nel 2023 è di 32.428 euro contro i 24.041 delle donne e le variazioni percentuali di crescita, rispetto all’anno precedente sono state, rispettivamente, dello 0,24% e del 3,04%. Al contrario, la crescita di stipendio degli uomini più significativa si è registrata a Rieti con una variazione del 6,5% mentre per le donne, a Viterbo (7%). Confermato, secondo l’indagine della Cisl, l’enorme divario ancora presente che penalizza le retribuzioni. Un dato su cui c’è ancora molto lavoro da fare per raggiungere la parità contributiva che è un fatto innanzitutto di civiltà.