Il vincolo europeo in espansione, convegno dell’osservatorio diretto da Luciano Barra Caracciolo e Cesare Pozzi. Tra ospiti anche Tridico

Giovedì 22 giugno, alle ore 9.30, presso la Sala del Consiglio della Camera di Commercio Industria Artigianato e Agricoltura di Roma, Via de’ Burrò 147, si svolgerà il convegno “Il vincolo europeo in espansione. Riforme della governance dell’eurozona e del Mes nel contesto di PNRR, transizione verde e politiche deflattive”, promosso dall’”Osservatorio per l’analisi istituzionale dell’economia internazionale, della moneta e delle politiche industriali”, il nuovo centro studi diretto da Luciano Barra Caracciolo (giurista e saggista, Presidente di sezione del Consiglio di Stato) e da Cesare Pozzi (Professore ordinario di economia applicata presso l’Università di Foggia e Luiss). Al convegno interverranno, oltre ai rappresenti dell’Osservatorio Matteo Mondelli e Sergio Giraldo, il sen. Antonio Misiani (responsabile economico del PD), l’on. Marco Zanni (Capogruppo di Identità e Democrazia al Parlamento europeo), Pasquale Tridico (responsabile economico del Movimento 5 Stelle) e l’on. Giangiacomo Calovini (Capogruppo di Fratelli d’Italia in Commissione esteri della Camera dei deputati). Modererà il dibattito il giornalista Martino Cervo (La Verità).Alla vigilia del dibattito parlamentare sulla ratifica della riforma del MES previsto per il 30 giugno, il convegno mira a chiarire i più rilevanti aspetti economici e giuridici che riguardano l’intrecciarsi delle riforme di livello europeo che coinvolgono l’Italia come appartenente all’unione monetaria ed a quella bancaria. In particolare, si cercherà di porre in luce gli effetti della riforma del MES sulla gestione del debito pubblico e sulla complessiva disciplina dell’Unione bancaria. Al contempo, si cercherà di evidenziare il filo conduttore che unisce la riforma del MES a quella della governance economica dell’Unione e, più specificamente, dell’euro-area.Gli elementi di crisi che si sono succeduti negli ultimi tre anni, – pandemia e connessa espansione dei bilanci pubblici, accelerazione delle transizioni verde e digitale, crescita dei prezzi delle fonti energetiche acuita dalla vicenda bellica in Ucraina -, impongono, a detta delle istituzioni europee, delle “sfide” per mantenere un ruolo e un senso alla stessa Unione. Su questa dichiarata aspirazione ideale incombono, però, le imperfezioni dell’architettura dell’unione monetaria, unite a tensioni irrisolte, demografiche, di sostenibilità del debito pubblico, di spazi fiscali per sostenere gli investimenti, di scelta ed adeguatezza degli investimenti stessi. E sempre all’ombra del problema, non affrontato, dei limiti istituzionali posti al ruolo della BCE.