Carcere di Latina sovraffollato con pochi agenti penitenziari, i sindacati protestano a Roma

Troppi detenuti in carcere anche a Latina, troppi pochi gli agenti di polizia penitenziaria ad occuparsi di loro. A livello Regionale le sigle sindacali Fns Cisl, Sappe, Uilpa, Uspp, SinaPPe, Osapp e Fp Cgil, manifesteranno a Roma lunedì 27 davanti all’istituto penitenziario di Regina Coeli.

“Attualmente gli istituti che hanno la maggiore carenza di personale di polizia penitenziaria – lo si legge in una nota del segretario generale Cisl Fns Lazio Massimo Costantino – sono gli istituti di Regina Coeli ( -34%), Cassino (- 33%), NC Rieti ( -28%) Velletri ( -27%), CR Rebibbia (- 25%), Viterbo (-21%) a tale data vanno aggiunti , anche, gli Istituti CC Frosinone e Rebibbia NC che raggiungono una carenza oltre il 30% in quanto amministrano unità non proprie relativa al Nucleo Tradizioni Provinciale di Frosinone e Nucleo Traduzioni Cittadino di Roma”.

La nota sindacale si ricorda anche le aggressioni avvenute negli istituti di pena. Alla carenza di personale, si somma un altro dato preoccupante, quello del sovraffollamento. “Purtroppo -si legge- registriamo sovraffollamento nelle carceri e le situazioni di maggiori criticità si registrano a Regina Coeli e Civitavecchia Nuovo Complesso (che presentano tassi di affollamento rispettivamente del 158% e del 154%). Accanto a questi vi sono altri quattro Istituti: Cassino, Latina, Rebibbia (R. Cinotti), e Viterbo che presentano tassi effettivi di affollamento superiori a 130%”.

Per la Fns Cisl Lazio “vi è l’esigenza – urgente – della riapertura del reparto detenuti presso l’ospedale Santa Maria Goretti di Latina chiuso da tempo e quando i detenuti vengono ricoverati è necessario ricorrere ai piantonamenti tra le corsie.
Tale apertura, risulta essere l’unica soluzione possibile – peraltro applicata egregiamente in altre provincie della regione Lazio- Viterbo Belcolle e S.Pertini -Roma.

La Fns Cisl Lazio è pronta a qualsiasi confronto in sede tecnica e politica – conclude Costantino – ma lo Stato dimostri che c’è e che il sistema penitenziario è realmente in grado di garantire sicurezza a chi ci lavora ed alla collettività tutta”.