Lavorare nel Lazio sempre più pericoloso, infortuni aumentati del 17 per cento
Secondo i dati raccolti e diffusi dall’Inail, riguardanti i primi nove mesi del 2024, in Italia sono state presentate 433 mila denunce di infortuni e ben 776 casi mortali. Numeri in forte aumento rispetto allo stesso periodo del 2023. Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Ovest (da 202 a 219 denunce), al Centro (da 138 a 151) e nelle Isole (da 66 a 79), e cali nel Nord-Est (da 166 a 162) e al Sud (da 189 a 165). Tra le regioni con i maggiori aumenti si segnalano la Lombardia (+20), il Lazio (+17) e l’Emilia-Romagna (+14), mentre per i cali più evidenti il Veneto (-19), la Campania (-13) e l’Abruzzo (-9). Nel Lazio, quindi, andare a lavorare è ancora più pericoloso.
“Un aumento inaccettabile che richiede risposte urgenti e incisive. È allarmante notare come, nonostante alcuni settori mostrino un lieve miglioramento, altri, come le costruzioni e il manifatturiero, vedano un tragico aumento delle vittime. Ogni singolo incidente rappresenta una famiglia devastata, una comunità ferita e un fallimento per il sistema”. Lo ha dichiarato Paolo Capone, Segretario Generale dell’Ugl.
“Non possiamo rimanere indifferenti – dice anche – , è necessario intervenire con forza e urgenza con azioni concrete e immediate. Bisogna aumentare i controlli, investire nella formazione dei lavoratori e dei datori di lavoro, e dotare ogni settore di protocolli di sicurezza aggiornati e stringenti. La sicurezza sul lavoro non è negoziabile. Le istituzioni e le imprese hanno una responsabilità verso ogni singolo lavoratore: garantire che la sicurezza non sia solo un diritto, ma una realtà concreta in ogni ambiente di lavoro”.