Sottraevano beni agli anziani che accudivano ad Anzio, tra arrestati anche paladina antimafia

Si occupavano di anziani e di contrasto alla violenza di genere ma, secondo le indagini svolte dagli agenti del commissariato di polizia di Anzio-Nettuno coordinati dalla procura di Velletri, si impossessavano di ogni bene degli anziani arrivando anche, grazie alle false certificazioni di un medico, a dimostrare l’incapacità d’intendere delle presunte vittime.

Per questo i poliziotti hanno eseguito, questa mattina, un’ordinanza di custodia cautelare a carico di cinque persone, di cui un uomo, il medico ristretto ai domiciliari, e quattro donne, due in carcere, una ai domiciliari e un’altra dell’obbligo di firma. I reati contestati vanno dall’omicidio con dolo eventuale, circonvenzione d’incapace, esercizio abusivo della professione medica, falso ideologico e materiale, aggravati dall’aver commesso il fatto per conseguire il profitto delle condotte delittuose consumate.

Lo stesso gip che ha autorizzato le misure, ha disposto anche il sequestro preventivo di circa 385.000 euro a carico della principale indagata, molto impegnata, tramite un’associazione, nella lotta alla mafia, a tal punto da aver anche denunciato pubblicamente di recente un possibile attentato contro un sacerdote da parte di organizzazioni criminali, e nella difesa dei diritti delle donne. Quest’ultima, nel corso delle indagini, secondo gli inquirenti, sarebbe la promotrice ed organizzatrice dell’ipotizzato collaudato sistema di spoliazione ed appropriazione del patrimonio, economico ed immobiliare, di soggetti anziani affetti da gravi patologie psico-fisiche.

Le attività investigative condotte dalla polizia di stato avrebbero permesso di raccogliere anche gravi indizi di colpevolezza nei confronti di ulteriori quattro soggetti, tra cui il medico, che hanno collaborato con l’indagata affinché le vittime “donassero” i propri beni alla donna principale indagata, mediante la sottoscrizione di carte prepagate, di fatto gestite da quest’ultima, in cui far confluire le somme delle pensioni delle vittime. In un caso è stato anche accertato che, grazie alla complicità dell’esercente la professione medica, sia stata falsamente certificata una capacità d’intendere di un ultra ottantenne, al fine di consentire che quest’ultimo sottoscrivesse una procura speciale a vantaggio della donna per un immobile di pregio ubicato ad Anzio.

Le indagini sono partite in seguito alla segnalazione ricevuta da alcuni conoscenti di una delle vittime, a dire delle quali l’uomo era vittima di condotte di circonvenzione messe in atto nell’ambito di una struttura apparentemente destinata al Cohousing, un modello di assistenza in grado di differenziare l’offerta in base alle esigenze degli ospiti sostenendone l’invecchiamento attivo e la conservazione dell’autonomia, ma che in realtà, sarebbe stato accertato, si  trattasse di una residenza sanitaria assistenziale per anziani priva di autorizzazione nella zona di Ardea.