Spallanzani, no paura di varianti Covid, ma resta importante vaccinare gli anziani

“Abbiamo nuove varianti di Covid che stiamo monitorando ma nessuna sembra più preoccupante del solito. Il virus ha preso la direzione dell’adattamento verso il suo ospite, cioè noi. E questo, anche grazie alla copertura vaccinale e all’immunità ibrida, non può che tradursi in una malattia più blanda nelle persone giovani e sane. Vaccinare anziani e fragili, invece, continua a essere importante mentre vediamo un pò di rilassamento su questo fronte”. Così Fabrizio Maggi, direttore UOC Virologia e laboratori di Biosicurezza dello Spallanzani di Roma. “Nelle ultime settimane osserviamo una ripresa dei casi per l’emergere delle nuove sottovarianti e per gli effetti della stagione estiva, ma la gran parte sono infezioni lievi, localizzate alla alte vie respiratorie. La malattia oggi, per la persona giovane adulta e sana è clinicamente non rilevante. Al contrario, nei fragili, grandi anziani e immunodepressi, il Covid rimane un problema. È su di loro che vanno mirate le misure di protezione e gli interventi di prevenzione, primo fra tutti la vaccinazione”, afferma dal canto suo Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico dell’INMI Spallanzani. “In merito al monitoraggio e all’interpretazione dei dati, sarebbe auspicabile passare a un sistema che più che misurare i nuovi casi o l’incidenza, che raffigurano l’andamento della malattia nella popolazione generale, dove il virus oggi non dà problemi, si concentri sui casi ricoverati in ospedale, sui casi gravi. Seguendo l’evoluzione della pandemia, anche il monitoraggio dovrebbe oggi focalizzarsi non tanto sull’infezione ma sulla malattia. Per caratterizzare quella che è oggi la popolazione a rischio, e concentrare su queste persone gli interventi di sanità pubblica”, conclude.