Gestivano lo spaccio con i walkie talkie, ieri le condanne per quattro dei cinque imputati
LATINA – Il traffico di droga, nel quartiere Nicolosi, era gestito con i walkie talkie, un modo per non lasciare tracce come accade con i telefoni cellulari e anche con quelli che in gergo si chiamavano «citofoni». Il quartiere era diventato la nuova centrale di spaccio, un polo di traffici di droga nel cuore di Latina. Lo spaccio si svolgeva con un rituale ben preciso e collaudato, una sorta di macchina perfetta. Richiesta della sostanza, incontro brevissimo, scambio e via. Il processo si è concluso ieri con quattro condanne e un’assoluzione – davanti al giudice monocratico Laura Morselli – il processo relativo ad un giro di droga scoperto dai Carabinieri in una delle zone più calde e difficili sotto il profilo della criminalità del capoluogo pontino. Gli accertamenti lo scorso febbraio avevano portato a cinque arresti. Nel corso delle indagini è emerso anche che in un vecchio alloggio popolare veniva preparato il crack, una delle sostanze sequestrate dai militari dell’Arma oltre a cocaina e hascisc. Ieri al termine della camera di consiglio, il giudice ha disposto la condanna nei confronti dei presunti responsabili: sei anni e otto mesi per Massimiliano Tartaglia, 39 anni, processato con il rito abbreviato. Pena di quattro anni per Antonio Aleandro, 33 anni, anche lui di Latina. Due anni e otto mesi e un anno e quattro mesi per due egiziani: Elsayed Mohamed e Fathi Shalan, erano accusati di concorso in spaccio e anche loro erano stati fermati dagli investigatori. E’ stato assolto un giovane, finito nell’inchiesta, per lui nel corso del processo la difesa aveva chiesto una perizia medica di natura psichiatrica ed era emerso che l’imputato poteva essere anche manipolato ed è un ragazzo ingenuo. Il PM aveva chiesto un anno e sei mesi, alla fine la richiesta di assoluzione da parte della difesa è stata accolta.
Gli arresti erano scattati nel corso di mirati appostamenti nell’ambito dei servizi di controllo del territorio predisposti dal comandante provinciale. Gli investigatori avevano localizzato una piazza di spaccio in un punto preciso: all’angolo tra via Corridoni e via Marchiafava. Gli uomini dell’Arma si erano insospettiti quando hanno visto Tartaglia mentre saliva a bordo di un’auto insieme ad un ragazzo. Gli uomini dell’Arma erano intervenuti scoprendo una radiolina e dalla comunicazione era emerso che venivano presi gli accordi con gli acquirenti. La brillante operazione era stata portata a termine dai Carabinieri del Nucleo Investigativo diretti dal maggiore Antonio De Lise, insieme ai militari della Compagnia coordinati dal capitano Paolo Perrone. In occasione del blitz in strada c’erano due egiziani che quando hanno visto i carabinieri sono scappati; nel corso di una perquisizione uno dei due era stato trovato anche lui in possesso di una ricetrasmittente. Una volta depositate le motivazioni della sentenza scontato che il collegio difensivo degli imputati presenterà ricorso in Corte d’Appello.