Il WWF favorevole alle regole comunitarie per la pesca a strascico. Necessarie al ripristino della biodiversità e degli ecosistemi

TERRACINA – Polemiche fra i pescatori del sud pontino ed il WWF, in tema di regole per la pesca a strascico. L’associazione ambientalista chiede l’applicazione delle regole comunitarie a tutela di un maggiore ripopolamento.

«È incredibile come la marineria di Terracina si schieri contro la decisione dell’Europa di regolamentare in maniera più stringente la pesca a strascico». parole del Wwf Litorale Pontino, autore di una riflessione sul caso su cui è intervenuto anche l’eurodeputato e già sindaco Nicola Procaccini, «durante la cui consiliatura sono stati approvate tre delibere di Giunta Comunale per progetti di ripopolamento ittico». Nello specifico, si parla dell’installazione di piramidi tecnoreef che contrastano gli impatti delle attività antropiche, in particolare la pesca passiva e quella a strascico.

Il Wwf fa riferimento delle delibere di giunta 391 del 2006 e le 38 e 44 rispettivamente del 2014 e 2018, che hanno rispettivamente dato il via e sostenuto la continuazione del progetto “Mare Nostrum”, iniziativa finanziata dalla Regione Lazio e monitorata costantemente dall’Università di Pisa. Il progetto si è posto l’obiettivo di ripopolare la fauna ittica, «depauperata pesantemente proprio dalla pesca a strascico tanto da dover adottare il fermo pesca nel mese di settembre ormai da anni – prosegue il Wwf – Si è così realizzata un’area marina protetta di una superficie di 25 ettari su cui sono stati posizionati i tecnoreef». Un progetto – sostengono gli esponenti del WWF – dai risultati eccellenti in termini di aumento della fauna, «tanto da richiamare vicino alla costa anche pesci da altura, e una ripresa rigogliosa della Posidonia oceanica, il progetto è stato poi rifinanziato raddoppiando il perimetro dell’area marina protetta (totale 50 ha) allungata verso Badino, a 600 metri dalla costa e a cavallo del SIC – sottolinea il gruppo del Litorale Pontino – L’obiettivo del progetto questa volta “Ripristino della Biodiversità e degli Ecosistemi marini”. Questa seconda volta ai tecnoreef sono stati aggiunti dei “ganci” deputati proprio al contrasto della pesca a strascico. Infine, poiché nella relazione finale viene evidenziato proprio lo straordinario effetto di questa strategia, il comune di Terracina partecipa al bando Life 2020 per il definitivo raddoppio dell’area marina protetta per un finanziamento di 1.200.000 euro purtroppo bocciato. Da ultimo, sempre il comune di Terracina, sottoscrive nel 2022 il Contratto di Costa, strumento normativo e progettuale per la difesa della biodiversità e la sostenibilità ambientale sull’ecosistema marino così fragile ma strategico anche per l’economia di tanti comuni costieri”. “Insomma, un percorso virtuoso, per cui ora non si capisce il motivo «di questo agitarsi su posizioni di chiusura di negazionismo scientifico e guerra ai mulini a vento della ricerca e dell’ambientalismo che qui non c’entra niente”.

FOTO DI REPERTORIO