Greenpeace setaccia le condizioni del mare pontino via all’operazione “C’è di mezzo il mare”

SAN FELICE CIRCEO – Greenpeace con l’operazione “C’è di mezzo il mare” sbarca sul litorale pontino. Questa attività ha l’obiettivo di dimostrare quanto i nostri mari soffrano l’impatto dell’inquinamento da plastica e di tante altre attività antropiche.

Oltre sei sacchi di rifiuti in plastica raccolti lungo soli 40 metri di costa, una quantità notevole di nasse, reti, attrezzature da pesca e altri materiali in plastica recuperati nei fondali a largo del porto: questo il bilancio in numeri del “Greenday” organizzato da Greenpeace Italia, in collaborazione con l’associazione Teamdiver, a San Felice Circeo.

Una iniziativa che si inserisce nell’ambito della spedizione di Greenpeace “C’è di mezzo il mare” che ha visto impegnata l’organizzazione ambientalista nella località del litorale pontino nel fine settimana appena passato e che si propone di monitorare e documentare la biodiversità e la fragilità dei nostri mari, minacciati dai crescenti impatti della crisi climatica, dell’inquinamento da plastica, della pesca distruttiva e selvaggia.

L’attività svolta nel fine settimana a San Felice Circeo secondo Giuseppe Ungherese, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace Italia “conferma ancora una volta quanto i nostri mari soffrano l’impatto dell’inquinamento da plastica e di tante altre attività antropiche. Servono misure urgenti per tutelare il Mediterraneo, a partire dall’istituzione di una rete efficace di aree marine protette: obiettivo su cui l’Italia si è già impegnata, ma che adesso necessita di concretizzarsi per proteggere almeno il 30% delle nostre acque entro il 2030”.

FOTO DI REPERTORIO