La ‘ndrangheta nello spaccio di droga nel pontino. Operazione “Eureka” della DDA di Reggio Calabria

LATINA – Un traffico di stupefacenti che poteva contare sulle forniture di una delle cosche di ‘ndrangheta più influenti nel narcotraffico a livello europeo, è quanto emerso dalla maxi operazione “Eureka” della Dda di Reggio Calabria. L’operazione ha portato all’esecuzione di quattro ordinanze di custodia cautelare e generato altrettante inchieste che descrivono le condotte illecite, in totale sono 108 gli indagati. L’indagine del Ros dei Carabinieri ha svelato quindi gli affari di tre grandi associazioni criminali calabresi dedite al traffico internazionale di droga, rispettivamente riconducibili alle più potenti famiglie di ‘ndrangheta dell’area ionica. Una di queste cosche poteva disporre di almeno un intermediario che piazzava ingenti carichi di cocaina proprio a Latina. le indagini hanno permesso di documentare almeno due consegne avvenute nel luglio del 2020, una da cinque chili e l’altra da due, dirette a clienti pontini per ora rimasti ignoti.

La cosca che riforniva le piazze di spaccio pontine è quella dei Mammoliti di Bovalino, capace di estendere i propri affari in Puglia, Abruzzo, Lazio, Toscana e Lombardia, potendo contare su fornitori sudamericani e broker internazionali.

Le indagini hanno permesso di scoprire che i narcotrafficanti calabresi utilizzavano telefoni cellulari criptati per le comunicazioni con intermediari e clienti, tutti dotati di apparecchi in grado di assicurare l’anonimato degli interlocutori e impedire il tracciamento satellitare. I messaggi sono stati acquisiti dagli investigatori quando alcuni dei componenti dell’associazione criminale sono stati arrestati, tre anni fa, nell’ambito di un’altra inchiesta.

Il referente della cosca che riforniva il capoluogo pontino è Giuseppe Mammoliti di 52 anni, tra i destinatari della custodia cautelare in carcere. Ispezionando il suo telefono criptato, gli inquirenti hanno ricostruito una parte dei traffici risalenti all’estate del 2020. Il trafficante calabrese riceveva richieste di forniture di cocaina a chili da un intermediario, a oggi sconosciuto, che copriva per la cosca una buona parte del mercato laziale, compresa Latina. Un sistema collaudato, visto che i messaggi contengono richieste di droga, senza specificare i luoghi di consegna il mediatore chiedeva cinque chili da recapitare a Latina il giorno dopo alle ore 9.30 a una persona che si presenterà allo scambio con un maxi scooter Yamaha Tmax.

Questo da un lato conferma la portata degli affari illeciti nel territorio pontino, ma al tempo stesso testimonia la capacità dei pusher locali di stringere alleanze con le cosche mafiose più importanti della scena criminale internazionale.