Rimborsi truffa con i corsi di formazione, blitz della Finanza, coinvolte anche tre aziende pontine

LATINA – Tre aziende pontine tra le 274 coinvolte in un’indagine della Guardia di Finanza di Salerno: simulavano l’aggiornamento dei lavoratori e intascavano crediti d’imposta

La maxi truffa scoperta dai finanzieri del Comando provinciale di Salerno incentrata sui rimborsi per i corsi di formazione che conta centinaia di indagati in tutta Italia e ha coinvolto nel totale 274 aziende, tre delle quali nella provincia pontina, con sede a Latina, Terracina e Formia.

 Indagati i titolari i legali rappresentanti di tutte le realtà aziendali, gli investigatori hanno proceduto al sequestro preventivo, in tutto il territorio nazionale, di somme per 57 milioni di euro, l’ammontare complessivo dei profitti conseguiti in maniera illecita.

La frode consumata in serie tra il 2020 e il 2021 era stata imbastita da una società di Cicerale, un paesino in provincia di Salerno, e ruotava attorno alla compensazione di crediti inesistenti, generati ad arte attestando falsamente l’avvenuto svolgimento delle attività di formazione del personale dipendente delle imprese nel settore delle tecnologie, approfittando degli incentivi previsti dal Piano Nazionale Industria 4.0.

L’indagine scaturita dalla Compagnia di Agropoli della Guardia di Finanza, ha permesso prima di tutto di scoprire una fitta rete di procacciatori che individuava le imprese clienti alle quali proponeva di beneficiare del credito d’imposta generato dalla formazione del personale. Quindi la società di Cicerale predisponeva e forniva alle imprese la documentazione relativa alle ore di formazione che i dipendenti avrebbero effettuato, ma in realtà non erano state svolte.

In un secondo passaggio con l’ausilio di alcuni delegati sindacali venivano redatti dei falsi contratti collettivi aziendali, utilizzando marche da bollo contraffatte, in modo da attestare artificiosamente i costi sostenuti dalle imprese e a retrodatare le stipule delle sottoscrizioni. Poi alcuni professionisti compiacenti successivamente procedevano a rilasciare alle imprese beneficiare l’asseverazione del credito d’imposta, che veniva compensato dalle aziende per poi restituire una percentuale sul totale dell’importo a titolo di provvigione.