Nel Lazio 74mila compravendite immobiliari, Latina segue Roma con 1.450 transazioni
Il mercato immobiliare della Regione Lazio si conferma essere, per il 2024, uno dei più dinamici a livello nazionale, si prevede una crescita delle compravendite del 1,9 per cento nell’anno in corso, a fronte di una media italiana di variazione del 1,4 per cento.
I prezzi continueranno invece l’andamento ascendente, innescato a partire dal 2018, fatta eccezione per il 2020, ma ripreso immediatamente nel 2021. Le compravendite di immobili residenziali nel mercato laziale, a fine anno, sono stimate in 74 mila, corrispondenti a oltre il dieci per cento del totale nazionale, quantificabile in 720mila transazioni.
Roma rappresenta il principale mercato residenziale della regione, oltre a essere il primo a livello nazionale seguito da Milano.
E’ quanto emerge dal focus sul mercato immobiliare di Roma e Lazio, a cura di Scenari Immobiliari, presentato in occasione del 32mo Forum di previsioni in programma oggi e domani a Rapallo, in provincia Genova. La Regione Lazio è al secondo posto a livello nazionale per numero di transazioni, dietro alla Lombardia, che con le sue oltre 159 mila compravendite costituisce il 22 per cento del mercato nazionale.
A Roma le compravendite registrate nel 2023 coprono – si legge nel focus di Scenari Immobiliari – il 53,2 per cento del totale del territorio laziale e l’86,5 per cento dei capoluoghi della stessa regione, mentre il fatturato della città rappresenta oltre il 96 ,7 per cento del giro d’affari realizzato negli stessi capoluoghi.
Tutti i principali indicatori di mercato riferiti al peso della città sono cresciuti negli ultimi otto mesi, con gli scambi previsti in aumento di oltre due punti percentuali per la fine del 2024.
Latina, con una previsione di oltre 1.450 transazioni, si conferma al secondo posto per dinamicità, nonostante una contrazione di oltre venti punti percentuali, seguita da Viterbo con 1.220 scambi. I due stessi capoluoghi pesano, in termini di fatturato, rispettivamente poco più dell’uno per cento sul totale dei capoluoghi regionali, con un andamento in calo per entrambe le città, in particolare il capoluogo latino perde oltre il venti per cento , mentre mostra una contrazione più contenuta il capoluogo della “Tuscia romana”, di poco superiore al dieci per cento.