Processo per caporalato dopo la morte di Satnam, il Comune di Latina parte civile
Proprio dagli accertamenti iniziati in seguito al decesso del 31enne, infatti, si è aperto un secondo filone d’indagine, per caporalato, nel quale sono imputati lo stesso Antonello Lovato, colui che abbandonò Satnam dopo l’incidente nell’azienda di cui era titolare, e suo padre Renzo, che la gestiva insieme a lui.
Oggi, al tribunale di Latina, il giudice ha ammesso la costituzione di parte civile presentata dal Comune, ravvisando l’interesse e richiamando gli articoli dello statuto comunale citati dall’avvocato comunale Cinzia Mentullo.
Il Comune di Latina è già parte civile anche nel processo relativo alla morte di Satnam Singh, come ricordato anche dalla sindaca Matilde Celentano: “Lo sfruttamento dei lavoratori in condizioni di estremo bisogno, come lo era Satnam Singh, che è morto in conseguenza di questo sfruttamento, è stata una vergogna per il territorio, e una macchia che ha rischiato di danneggiare anche l’immagine dell’imprenditoria sana – le parole del primo cittadino del capoluogo pontino -. Latina non deve essere identificata come città del caporalato. Latina è una città giovane nata dalla bonifica, con il sacrificio dei lavoratori. Accogliamo con grande senso di responsabilità la decisione del giudice di ammettere il Comune di Latina come parte civile: è un riconoscimento del ruolo che le istituzioni devono avere nella tutela dei diritti dei lavoratori e un passo necessario per affermare, anche nelle aule di giustizia, che la nostra città rifiuta ogni forma di sfruttamento” chiosa la sindaca.



