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Salva un tabaccaio dall’annegamento dopo una lite, ma il ‘salvatore’ risulta clandestino e scatta il decreto di espulsione

GAETA – Inizierà il 5 dicembre prossimo davanti al Tribunale di Cassino il processo per le lesioni subite da un tabaccaio di Gaeta dopo una lite sul lungomare Caboto. E’ trascorso un anno esatto dai fatti. La vittima, un quarantenne di Gaeta, titolare di una delle tabaccherie del centro, il 16 dicembre dello scorso anno ebbe un diverbio con una signora e il figlio di questa e lei lo spinse in mare, al di là della banchina, tanto che l’uomo rischiò di annegare e riportò danni gravissimi al collo, per i quali è stato sottoposto a tracheotomia. L’uomo si salvò solo grazie al tempestivo intervento di un marocchino che si trovava nei paraggi e che riuscì a tirarlo fuori dall’acqua usando la cima di uno dei pescherecci ormeggiati nella darsena.

Dagli accertamenti successivi degli inquirenti del commissariato di Gaeta si trattava di un immigrato presente in Italia senza permesso di soggiorno. Inevitabile la contestazione della condizione di clandestinità, con relativo decreto di espulsione della Questura di Latina.

Il provvedimento è stato impugnato davanti al Tar facendo leva sui fatti oggettivi. Da qui la decisione di un’associazione di avvocati di Roma che sta cercando di ottenere per il marocchino un permesso di soggiorno per motivi di giustizia, ma nonostante il gesto di grande generosità su cui fonda l’istanza, al momento resta il decreto di espulsione. L’uomo protagonista del salvataggio si trovava da tempo a Gaeta dove svolge piccoli lavori, tuttora vive in città ed effettua mansioni varie e si è integrato. Se non fosse intervenuto a salvare il tabaccaio sarebbe rimasto in incognito come molti altri senza rischiare l’espulsione che potrebbe, a questo punto, divenire esecutiva da un momento all’altro, incidendo anche sulla prova testimoniale.