Blitz carabinieri tra Scauri, Gaeta e Formia: 117 identificati e 11 colpiti da provvedimenti

 

Durante il primo weekend di agosto, nella notte tra sabato 3 agosto e domenica 4 agosto, è stato realizzatodai carabinieri della compagnia di Formia, di intesa con il comando Provinciale di Latina, unservizio di controllo coordinato del territorio sia terrestre che marittimo, volto ad intensificare i servizi diprevenzione e contrasto alle attività illecite che più sono presenti sul territorio, soprattutto relativamente alconsumo di droga ed alcol nei luoghi della movida estiva.

Nello specifico i controlli capillari hanno riguardato i comuni di Formia, Gaeta e Scauri di Minturno dove sono state elevate diverse sanzioni al codice della strada e segnalate all’autorità amministrativa (ex art. 75 D.P.R. 309/90) 5 persone perché trovate in possesso di modiche quantità di sostanze droga divario genere (cocaina, hashish e marijuana).

Per uno di essi è scattato anche il ritiro del documento di guidaperché sorpreso in possesso di stupefacente durante la guida. Sono stati effettuati altresì controlli su: 55 autoveicoli; 10 esercizi pubblici; 11 soggetti sottoposti a provvedimenti giudiziari; 117 persone identificate, di cui 15 gravate da precedenti di polizia; 5 contravvenzioni al codice della strada.

Nella medesima circostanza i militari della dipendente Motovedetta CC 816 dell’Arma dei carabinieri diGaeta, nel perlustrare gli specchi d’acqua attigui alla costa della giurisdizione nel comune di Formia, prospicente al litorale di Gianola ed a circa 0,5 miglia dalla costa, hanno portato alla luce un’attività illegale edannosa per l’ambiente marino quale la pesca di frodo con l’utilizzo di trappole artigianali e reti da pescaimmerse in modo del tutto illecito.

Il personale dell’Arma, durante il controllo svolto in mare aperto, è infattiincorso in una tanica in plastica di colore giallo da 25 litri, fungente da galleggiante e segnale, al quale eralegata una cima che scendeva sul fondo e che collegava circa 900 (novecento) metri di rete da posta, unitaall’altra estremità da un’ulteriore tanica vuota.

Quanto rinvenuto veniva salpato a bordo dell’unità navale, atteso l’imminente pericolo alla navigazione inossequio alle violazioni di cui agli artt. 1218 e 1231 r.d nr. 327/42 (codice della navigazione) e al d.p.r. numero 1639, articolo 104 e successive modifiche ed integrazioni, sottoponendo il tutto a sequestro penale.

Sul segnale ritrovato non vi era apposta alcuna indicazione circa l’imbarcazione che avrebbe potuto calar in mare la rete(codice che invero risulta obbligatorio), ed il galleggiante era altresì sprovvisto di bandierina di colore gialloe fonte luminosa (per l’individuazione notturna).

La mancanza di sigle identificative è ricondotta infatti allamancanza di idonea licenza da pesca, ove pescatori non regolari pongono in essere tali metodi per non essereidentificati.

Durante le fasi del recupero i militari hanno inoltre liberato in mare diversi esemplari di specieittiche, rimaste intrappolate nella rudimentale ragna da pesca.

Queste reti, utilizzate dai pescatori di frodo nella pesca d’altura, rappresentano non solo una minaccia per lafauna marina, la cui popolazione viene resa sempre minore a causa dell’inottemperanza delle normative disettore, ma costituiscono anche un pericolo tangibile per le imbarcazioni che solcane quelle acque.

Le elichedelle barche rischiano infatti di impigliarsi nelle reti attaccate alle boe, mettendo a rischio sia la sicurezza degliequipaggi che l’integrità delle imbarcazioni stesse.

L’azione della motovedetta CC816 continuerà a contrastare l’inquinamento marino e a proteggerel’ecosistema del mare, nonché impedire la pesca di frodo che oltretutto danneggia gravemente l’ambiente emina gli sforzi di conservazione e tutela delle risorse ittiche.