Il caporalato di Latina approda alla commissione parlamentare, fermare competizione a basso costo su prodotti

Dopo la tragedia di Satnam Singh, 31enne indiano morto nei campi del pontino per un grave incidente sul lavoro a seguito del quale è stato abbandonato con il braccio mozzato davanti casa, oggi i sindacati sono stati ascoltati nella commissione parlamentare sulle condizioni del lavoro in Italia.

La richiesta arrivata dai rappresentanti dei lavoratori è quella di frenare la competizione al ribasso sui costi dei prodotti agricoli in modo da favorire migliori condizioni di impiego.

“Serve una profonda riforma, il caporalato è sugli scaffali della grande distribuzione. La sfida è non sottopagare i prodotti che vengono dalla nostra terra. Rimettere mano a questo settore significa tutela della salute di tutti i consumatori”, ha detto il presidente di Coldiretti Latina, Daniele Pili. Nel territorio pontino c’è “un sistema che sviluppa sfruttamento e irregolarità, e che si basa sul principio di determinare una competizione a basso costo che lede e sacrifica tanta parte del sistema virtuoso che opera nella legalità”, ha osservato il segretario generale Cgil Frosinone e Latina, Giuseppe Massafra.

Il segretario Cgil, con numeri alla mano, ha affrontato il tema: “Il 100 per cento delle imprese ispezionate dall’Inps sono risultate irregolari. Nel registro d’ iscrizione delle imprese sono presenti 6150 aziende e 19.500 lavoratori iscritti negli elenchi. Significa che la media dei lavori per ogni impresa è del 3 per cento, mentre sono solo 200 gli iscritti nella rete del lavoro agricolo di qualità”.

“Non è possibile avere prezzi di beni alimentari sotto il costo di produzione e del lavoro”, ha osservato il presidente Copagri Frosinone e Latina, Fabrizio Neglia, che fra le soluzioni proposte, ha chiesto “che venga stabilito un prezzo di produzione per garantire una redditività all’agricoltore”.

“Se non mettiamo mano alla redditività delle aziende agricole sarà molto difficile risolvere questo problema. Bisogna agire sulle motivazioni economico- sociali”, ha spiegato Neglia. Per cercare di superare l’attuale sistema del lavoro nell’agricoltura, il presidente di Confagricoltura Latina, Luigi Niccolini ha notato: “Solo il 2 per cento dell’intero valore rimane al produttore. Se non c’è una giusta remunerazione non può esserci un sistema virtuoso”.

Infine, ha fatto appello alla vicenda Lovato che ha sollevato l’attenzione sulle condizioni dei lavoratori a Latina, il segretario generale Uila Latina nel settore agroalimentare Giorgio Carra: “Serve rientrare in un meccanismo di regolarità e di riorganizzazione della 199/2016 per non ritrovarci fra qualche mese a discutere un altro dramma”