Dopo la morte disumana di Satam ora, e solo ora, si passano al setaccio anche gli affitti delle abitazioni ai migranti irregolari

La morte del bracciante ed abbandonato con il braccio tranciato davanti casa dal datore di lavoro ha innescato, solo ora che si è verificata la tragedia verrebbe da obiettare, un rituale delle indagini post tragedia è un malcostune già visto fin troppe volte. L’ipocrisia istituzionale sembra essere divenuto un fenomeno disgustosamente troppo diffuso. La fine disumana riservata a Satman Singh ha portato alla luce anche un’altra forma di sfruttamento dei braccianti agricoli indiani, ossia quelle condotte più subdole ed indegne per un Paese civile ed esportatore di manodopera nei decenni passati, ma non per questo meno gravi, ed è quella su chi lucra sulla condizione di necessità dei lavoratori stranieri attraverso la locazione delle case. Proprio la tragica morte del bracciante ha messo in luce non solo impiegato senza contratto, ma lui e la moglie non erano in possesso del permesso di soggiorno, erano a tutti gli affetti clandestini, quindi chi aveva ceduto loro la casa ha commesso una serie di illeciti, anche di natura penale, pur di intascare un affitto in più. Condotte non trascurabili, che gli investigatori dei Carabinieri stanno vagliando in una sorta di appendice dell’indagine principale, quella sul drammatico incidente nei campi e sulle responsabilità degli imprenditori agricoli. Solo dopo quella tragica e disumana morte si inizia a cercare le violazioni alla legge.

Satman e la moglie vivevano a sette chilometri circa dall’azienda agricola dove lui ha trovato la morte. Da tempo avevano trovato una sistemazione, precaria, in una villetta di via Genova, nella lottizzazione di Castelverde poco fuori Borgo Bainsizza, al confine col territorio comunale di Cisterna. Si tratta di una grande casa che i proprietari hanno suddiviso in più alloggi, ceduti in locazione a diversi braccianti agricoli. In particolare “Navi” e consorte si erano sistemati in una sorta di dependance, una struttura più piccola situata alle spalle dell’abitazione principale. Alloggio che la vedova ha lasciato dopo la morte del marito dopo avere ricevuto una soluzione migliore attraverso i servizi sociali.

Le verifiche dei carabinieri sono volte a ricostruire i macroscopici illeciti commessi dai proprietari di casa. Perché cedere un immobile a clandestini è sicuramente un illecito, trattandosi di un accordo tra privati che non può essere registrato proprio perché concluso da un immigrato irregolare. Quindi a prescindere dall’importo del canone, si configura il reato di favoreggiamento dell’immigrazione con cessione di immobile. Oltretutto nella fattispecie di reati commessi da chiunque, dietro compenso, seppure minimo, al fine di trarne ingiusto profitto cede in locazione un alloggio a uno straniero sprovvisto di titolo di soggiorno, può essere adottata anche la confisca dell’immobile perché rappresenta l’oggetto mediante il quale si concretizza il reato.

Resta il fatto che la tragica morte di Satam ha scoperchiato un mondo fatto di illeciti di cui nelle Istituzioni in molti sapevano e che nulla a fatto per accertare e sanzionare a dovere, forse quella tragica morte si sarebbe potuta evitare!