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Rischia la chiusura l’Ufficio del Giudice di pace di Gaeta, a pochi dal rinnovo della convenzione

GAETA – A rischio l’Ufficio del giudice di pace di Gaeta. Scade infatti tra pochi giorni il termine fissato per il rinnovo della convenzione e il suo futuro è ancora incerto. A lanciare l’allarme sono i consiglieri comunali di Formia Luca Magliozzi e Alessandro Carta i quali sottolineano l’importanza del presidio giudiziario per il territorio e i danni che ne deriverebbero dalla sua chiusura.

“A pochi giorni dal termine per il rinnovo della convenzione – spiegano – ancora non conosciamo la volontà del Comune di Gaeta, comune capofila né degli altri comuni interessati, tra cui il Comune di Formia. Chiediamo che venga fatta chiarezza, non si può rischiare di perdere un servizio fondamentale per la vita sociale ed economica del golfo, isole comprese. Confermare questo presidio di legalità è di strategica importanza perché garantisce, di fatto, ai cittadini del territorio di rivolgersi ad un ufficio giudiziario di prossimità per la tutela dei propri diritti”.

I due rappresentanti dell’opposizione sollecitano dunque il sindaco di Formia Gianluca Taddeo ad adoperarsi per scongiurare la chiusura dell’ufficio e ricordano come soltanto pochi mesi fa l’ex sindaco di Gaeta e attuale consigliere regionale Cosmo Mitrano esultava per lo stanziamento di fondi regionali destinati ai Comuni che ospitano le sedi degli uffici del giudice di pace. Fondi per accedere ai quali bisogna presentare istanza e che sono destinati a coprire le spesa per il personale amministrativo formalmente assegnato all’ufficio del giudice di pace, le spese per il funzionamento degli uffici, le spese per le utenze relative alle sedi dell’ufficio del giudice di pace, servizi di pulizia, le spese per la manutenzione ordinaria della sede degli uffici del giudice di pace, le spese per la locazione della sede degli uffici del giudice di pace.

“Ci auguriamo – concludono Luca Magliozzi e Alessandro Carta – che si tratti soltanto di un ritardo, dipeso da motivi burocratici. Non possiamo credere che la volontà politica sia quella di rinunciare a questo servizio e presidio di legalità sul territorio”.