Latina – FdI e Lega in minoranza alla Provincia, l’ira di Procaccini e il “pericolo” dell’accordo al centro

Il non detto che aleggia nella campagna elettorale per le Europee inizia a trasformarsi in un’inconfutabile realtà.

Il “non detto” è che Forza Italia sulle politiche europee è antitetica a Fratelli d’Italia e alla Lega: fa parte stabilmente e convintamente in Europa della maggioranza che i suoi alleati in Italia vogliono sovvertire insieme alle politiche green sulla casa, sull’automotive, sui cibi ecc..

La “realtà inconfutabile” è che, per esempio in provincia di Latina, Forza Italia si accordi senza troppi problemi d’identità con il Partito Democratico deponendo all’opposizione Fratelli d’Italia e Lega: è successo un po’ ovunque per delle autorità e varie gestioni (anche a parti inverse), ora alla Provincia sulla formazione delle Commissioni consiliari dove il dato diventa macroscopico e impossibile da tacere.

Infatti costituisce un dato politico l’intervista di Latina Oggi all’europarlamentare uscente Nicola Procaccini il quale non le manda a dire a Forza Italia e definisce “inaccettabile” quanto è successo alla Provincia. Rincarano la dose i consiglieri provinciali di FdI (Torelli, Scalco, Vocella e Caringi) e il leghista Riccardelli che accusano i colleghi di Forza Italia di essere spinti solo dalla brama di ruoli.

Si dirà: non è esagerato parlare di problemi tra i partiti della maggioranza di governo basandosi su decisioni che vengono prese a livello locale, in ambiti ristretti come la gestione di un ente o un’autorità? Apparentemente la faccenda dovrebbe essere derubricata a piccolo cabotaggio. Invece ecco cosa potrebbe aver fatto sobbalzare sulla sedia, per esempio, uno come Procaccini:

1)            Il Lazio non è una regione come le altre. Le connessioni tra le espressioni politiche dei territori e il centro nevralgico della politica, cioè Roma, sono frequenti e strette.

2)            Gli ambiti provinciali sono sempre stati per questo un laboratorio politico e quanto si sperimenta nel sottogoverno non è mai da sottovalutare.

3)            Il coordinatore regionale di Forza Italia è un potente senatore pontino: Claudio Fazzone. Difficile pensare che certi accordi avvengano all’oscuro di una personalità del suo peso, specie in quel territorio.

4)            Lo stesso leader del partito, Antonio Tajani, vicepresidente del Consiglio, Ministro degli Esteri ecc. è nativo di Roma, ha nella provincia laziale le sue origini e la sua residenza e ovviamente rapporti frequenti e stretti con la dirigenza locale del partito.

5)            Non a caso la reazione di Procaccini (che non è un europarlamentare qualsiasi ma un esponente del partito inserito nella dirigenza nazionale di Fratelli d’Italia) non si limita al commento sui fatti locali ma spazia, nella stessa intervista, sui punti focali per la campagna elettorale per le Europee.

6)            E’ sempre più diffusa in diversi ambiti del Partito Democratico l’idea che l’alternativa al governo nazionale possa passare solo attraverso un accordo con Forza Italia. Non si deve dimenticare che nel PD, sebbene la linea ufficiale del partito si sia spostata a sinistra con l’elezione della Schlein, esistono potenti componenti di provenienza centrista.

Il problema del centro moderato e il nuovo ruolo di Forza Italia

Finché era invalsa la diffusa persuasione che nel “dopo Berlusconi” Forza Italia non avrebbe avuto un vero futuro, sulla formazione di un nuovo centro moderato si sono fatte le più ardite congetture. I fatti hanno però riportato bruscamente gli opinionisti più accreditati sui propri passi e hanno riconsiderato il partito degli Azzurri, anche più che ai tempi del Cavaliere, la forza che può occupare l’alloggio centro/moderato nell’arco costituzionale italiano.

Tra i fatti di cui sopra: 1) Il fallimento dell’accordo tra Renzi e Calenda e il tramonto dell’esperimento del Terzo Polo che mirava, appunto, ad accaparrarsi il ruolo baricentrico della politica italiana

2)  il gradimento registrato nell’immediato della leaderschip di Tajani in Forza Italia e il rilancio del partito.

Il volto sempre più centrista e moderato di Forza Italia, quando gli aspetti del liberismo esasperato del primo movimento Azzurro risultano più sfumati, apre la possibilità di nuovi scenari, se non altro in via ipotetica. Infatti la storica collocazione di Forza Italia nel centrodestra (Berlusconi fu il fondatore di un centrodestra, prima inesistente) non è più obbligatoria nel momento che il partito egemone dello schieramento è diventato, di gran lunga, un altro.

La “minaccia” di divenire l’ago della bilancia e l’ipotesi visionaria ma non assurda dell’alternativa

Una “minaccia”, quella di divenire l’ago della bilancia della politica italiana, che può convenire a Forza Italia, partito che punta ad accrescere i propri consensi già a partire dalle imminenti Europee, che inizia a mostrare alcune insofferenze per certe scelte del governo (vedi, ad esempio, la recentissima querelle sui bonus) e che necessita dunque di potenziare la propria capacità di incidere. Un ruolo, quello di ago della bilancia, che idealmente può considerare senza difficoltà nel momento che, vale la pena ripetere, la collocazione in Europa di Forza Italia è nel centrosinistra e che il presidente degli Azzurri, Antonio Tajani, tra l’altro, è il vice presidente dell’EPP cioè il Partito Popolare Europeo. Non si può certo dire che egli non svolga un ruolo importante sotto il profilo decisionale della linea politica di quel Gruppo.

Sull’altro versante, quello del Partito Democratico, la radicalizzazione a sinistra ha di fatto rinforzato l’attualità della questione centrista (sia intesa non solo in senso strettamente politico ma anche sociologico e culturale) soprattutto al suo interno. Non si è certamente dissolta nel nulla la partecipazione sostanziosa dei centristi alla nascita del nuovo soggetto politico nato dalla fusione tra Democratici di Sinistra e Margherita. Dopo la dissoluzione per via giudiziaria della Democrazia Cristiana l’eredità centrista si collocò variamente tra destra e sinistra in linea con la tendenza bipolare che caratterizzò la Seconda Repubblica. A Sud più nella direttrice della “rivoluzione liberale” anticomunista di Berlusconi; nel settentrione gli ambienti dei piccoli imprenditori, professionisti, allevatori e coltivatori furono intercettati prioritariamente dalla Lega Nord mentre le componenti più conservatrici si riconobbero maggiormente in Alleanza Nazionale; solo una piccola parte nell’Unione di Centro. Una quota cospicua, quella della tradizione dei cattolici democratici, dei moderati progressisti e dei riformisti, si raccolse invece nella Margherita e, in seguito, confluì nel Partito Democratico.

Ecco perché, nel momento in cui appaiono sempre più complesse le operazioni di accordo con il Movimento5Stelle, nato come catalizzazione del sentimento antipolitico e per tanti aspetti antitetico già alla stessa idea di un accordo elettorale, figuriamoci se strutturale, la sola alternativa che resta al Partito Democratico per costruire un blocco alternativo all’attuale maggioranza di governo è puntare a un compromesso al centro, che non ha certamente la portata di quello storico di berlingueriana memoria poiché quello era basato sulla trasformazione di certezze e consensi mentre questo sarebbe visionario, incerto e certamente traslato in un tempo non quantificabile.

Un’ipotesi non assurda, però. Per questo Procaccini e non solo lui, giustamente alzano la guardia.

Dario Facci

Giornalista, fotoreporter e videomaker. Suoi articoli sui quotidiani: L’Unità, La Repubblica, sui mensili Lo Stato delle Cose, Qui Magazine, Numero Zero, To Be, O. Ha lavorato presso le redazioni di RadioTeleMagia, RTM Televisione, TVN Televisione; ha condotto una trasmissione presso RadioDay. Ha diretto entrambi i quotidiani frusinati Ciociaria Oggi e La Provincia Quotidiano; coordinatore dell’edizione provinciale del quotidiano L’Opinione diretto da Arturo Diaconale; direttore del bimestrale di cucina professionale Accademia del Buongustaio; direttore del mensile Perté, del settimanale Perté Week e del quotidiano online Perté Online. Suoi articoli appaiono su TG24.info, sul quotidiano online TuNews24.it e sul settimanale cartaceo Tu News. È autore dei blog dariofacci.it e lacucinadellazio.com. Sue fotografie sono state pubblicate da giornali italiani ed esteri.