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Non è uno scherzo, la Regione dà il via al progetto per la banca del seme dei maiali

Se fosse Primo aprile o carnevale, in molti avrebbero pensato ad uno scherzo, ma una burla non si addice alla ricorrenza dell’Immacolata Concezione. La notizia della banca del seme dei maiali del Lazio, finanziata dalla Regione, deve essere vera e, scherzi a parte, è una cosa seria e una esigenza.

La peste suina, come il covid per gli esseri umani, ha caratterizzato negativamente e continua a farlo, un lungo periodo per la specie suina; sia per gli esemplari da allevamento, abbattiti e distrutti in migliaia di capi, che quelli selvatici come i cinghiali.

Si ricorderanno le disposizioni regionali che prevedevano l’abbattimento dei maiali allevati in intere e vaste zone. Una situazione che ha fatto suonare l’allarme “dell’erosione genetica”, ossia il rischio che intere razze possano “estinguersi”.

Ecco, quindi, che non è uno scherzo il fatto che la Regione Lazio ha dato inizio al progetto per la costituzione di una banca del germoplasma degli allevamenti del Lazio di razze suine a rischio. di erosione genetica. Le specie interessate dal programma di attività sono la Casertana e l’Apulo-Calabrese (quest’ultima con i due tipi genetici autoctoni: Nero Reatino e Nero dei Monti Lepini).

Nello specifico l’attività verrà sviluppata coinvolgendo una ventina di allevamenti che partecipano ai programmi di conservazione delle razze autoctone. Si sta valutando inoltre, sempre nell’ottica della tutela del patrimonio genetico autoctono minacciato dalla diffusione della Psa, la possibilità di attivare la conservazione ex-situ di nuclei di riproduttori in vivo presso centri abilitati dotati dei massimi standard di biosicurezza.

Rupert Recchia