Parco del Circeo, tonnellate di rifiuti deturpano un patrimonio naturale di tutti. Le soluzioni di Plastic Free
È un malcostume, una storia lunga anni quella della presenza di rifiuti, di qualsiasi, che sommerge il Parco del Circeo. Le denunce di Plastic Free non si contano, ma hanno sempre lasciato la situazione inalterata, con un abbandono ed un degrado inaudito, dove sporcizia ed incuria deturpano l’area naturale patrimonio di tutti.
Più di due tonnellate di rifiuti raccolti a cui vanno aggiunti ingombranti come televisori, frigoriferi, congelatori, wc domestici: è il risultato dell’ultimo evento promosso da Palstic Free che racconta, anche se solo in parte, quanto accade all’interno del Parco Nazionale del Circeo, una delle più antiche aree naturali protette d’Italia. La campagna “Sea&Rivers” tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre – che aveva interessato l’area di via Vicario a Sabaudia – è stata solo l’ultima delle iniziative promosse negli anni dall’organizzazione di volontariato insieme a tante altre associazioni del territorio, anche nel Parco Nazionale del Circeo.
Il Parco Nazionale del Circeo che è un patrimonio di tutti noi e troppo spesso – denunciano da Plastic Free – per disattenzione, o più per disinteresse, viene abbandonato a se stesso e di cui invece tutti, a partire dalle Istituzioni e dagli Enti preposti passando per noi cittadini, dovremmo prenderci cura. Quanto accade all’interno del Parco è una storia che affonda le radici negli anni e che si aggrava sempre di più. Quelle zone, che nel tempo sembrano essere diventate terre di nessuno, montagne di rifiuti abbandonati da incivili si accumulano e le responsabilità non possono che essere a più livelli, dai cittadini che senza rispetto alcuno gettano immondizia e quant’altro all’interno del Parco, a chi lascia che quei cumuli restino lì non per giorni o settimane, ma per mesi. Rincarano la dose i responsabili del sodalizio ambientalista.
“Il Parco va diversificato in due parti, la soluzione che Plastic Free propone, una è l’area faunistica dove c’è solo la sentieristica per camminatori ed escursionisti che è recintata e dove non si può accedere con mezzi gommati e quella è assolutamente pulita, l’altra parte, quella a ridosso del Promontorio partendo da Molella, Mezzomonte e Baia D’Argento e alcuni bracci del lago di Paola tra cui proprio via Vicario, in cui ci sono i terreni coltivati. Il problema è proprio qui, sostengono gli ambientalisti, nella zona di Molella si trovano spesso scarti della coltivazione che vengono accantonati dagli stessi agricoltori e non smaltiti correttamente, e spesso vengono anche bruciati. Poi ci sono i cosiddetti ‘svuotacantine’ che, chiamati da chi ha le casette lì intorno per svuotare i depositi o per smaltire i materiali di scarto di lavori o altro, caricano tutto e invece di andare in discarica generalmente all’imbrunire entrano nelle stradine sterrate e scaricano di tutto, mobili, calcinacci, lampioni, lampadari e anche eternit. Questa zona di Sabaudia è stata lottizzata circa 70 anni fa; i lotti sono tantissimi e anche se all’interno del Parco Nazionale sono di privati; alcuni sono stati edificati mentre altri sono stati abbandonati a se stessi e i proprietari sono spesso irrintracciabili. Quali soluzioni sono possibili. Su questo Plastic Free ha le idee molto chiare: E’ evidente che “bisogna intervenire anche per prevenire episodi come questi. Se non si mettono fototrappole o telecamere è difficile riuscire a fermare questo triste fenomeno dell’abbandono indiscriminato di rifiuti.
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