Spiagge libere prive di assistenza bagnanti, servizi igienici, docce e camminamenti. Fino ad oggi servizi a carico degli stabilimenti vicini
TERRACINA – Il Regolamento regionale perla chiaro: “Nelle spiagge libere il servizio di salvataggio è a carico del Comune di competenza”. Da questo occorre partire per avere un quadro preciso della situazione che si sta registrando a Terracina dall’inizio della stagione estiva. Città che, va ricordato, è stata insignita dalla FEE Italia con la “Bandiera blu” per il nono anno consecutivo e che, evidentemente, non sta ottemperando al servizio di salvataggio, e primo soccorso, previsti dal prestigioso riconoscimento nei tratti di balneazione di competenza dell’ente.
Alcuni tratti importanti del lungomare Circe di competenza comunale sono ancora oggi scoperti di assistenza bagnanti, servizi igienici, docce e camminamenti. Il problema, sollevato il problema nei mesi scorsi senza ottenere alcun riscontro dall’Amministrazione comunale dal presidente locale del Sindacato Italiano Balneari. Siamo all’inizio di agosto, e i tratti di spiaggia libera risultano ancora privi di postazioni e di bagnini per il salvataggio, circa 600 metri complessivi di spiagge libere che il Comune non è riuscito a dare in convezione. “Oltretutto – proseguono dal sindacato dei balneari – in questi tratti di arenile non è nemmeno garantita la copertura di primo soccorso e cardio protezione vista l’assenza di defibrillatori.
C’è anche un altro aspetto che dal SIB si tiene a rimarcare: Fino ad oggi i tratti in questione sono stati coperti dai bagnini degli stabilimenti balneari limitrofi con un aggravio di lavoro e responsabilità. Questi hanno dovuto pensare ad assistere i bagnanti in caso di punture di insetti e tracine, di lievi malori ma, soprattutto, in occasione delle due importanti mareggiate che si sono verificate da giugno ad oggi.
I vertici del Sindacato auspicano che tutte le istituzioni e gli uffici competenti provvedano con estrema urgenza a mettere in sicurezza questi tratti di spiaggia libera anche, in estrema ratio, con l’ausilio della Protezione civile. Aggiungono che gli operatori degli stabilimenti adiacenti sono stanchi di dover assicurare bagni e docce ai fruitori delle spiagge libere perché questo crea disagi alle rispettive clientele. In conclusione, è bene ricordare che nessun eventuale cartello di avviso posizionato in spiaggia potrà rimediare a eventuali episodi incresciosi, se non addirittura estremi, che si dovessero verificare. In quel caso sarà l’ente, visto che sta prestando il fianco a rischi elevati, a doverne rispondere.
A questo punto una domanda sorge spontanea, ma le spiagge libere di tutta la costiera laziale versano nello stessa situazione? Beh, qualche dubbio è lecito averlo.