Adolescente vessata per mesi da quindici coetanei, su WhatsApp pianificavano gli insulti contro la ragazza
Quindici gli studenti minorenni, dodici maschi e tre femmine, finiti nel mirino della Polizia Postale perché accusati di stalking e addirittura istigazione al suicidio nei confronti di una coetanea quattordicenne.
I quindici giovanissimi frequentano tutti la stessa scuola e per la maggior parte anche la stessa classe in un Comune non distante da Latina, e stando alle ipotesi di accusa che vengono mosse nei loro confronti dal Tribunale per i Minorenni di Roma già iscritti sul registro degli indagati, avrebbero bullizzato una compagna di classe pressoché dall’inizio dell’anno scolastico sottoponendola a una serie di angherie consistenti nella diffusione di immagini, filmati e invettive attraverso i canali social; diffondendo addirittura una sorta di vademecun delle modalità più efficaci per mortificare la vittima, e arrivando anche a imitarne la camminata nei corridoi della scuola per suscitare l’ilarità generale. Sembra che il gruppo sia arrivato al punto di recapitare alla coetanea un messaggio di questo tenore: «Ammazzati, tanto non se ne accorgerà nessuno».
I quindici bulli avevano pensato di potersi sottrarre a qualsiasi tipo di conseguenza creando una chat di gruppo alla quale si poteva entrare soltanto essendo ammessi. Cattiveria nella cattiveria, la chat era stata denominata Ebola, il nomignolo con la quale la sfortunata quattordicenne veniva apostrofata in continuazione.