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Arresti a Terracina, archiviato procedimento per europarlamentare Procaccini

“Sono contento che gip e procura di Latina abbiano constatato, approfondendo le indagini, la mia estraneità a qualunque ipotesi di reato, senza neppure bisogno di un processo. Purtroppo nessuno potrà restituirmi le occasioni perdute e la serenità che fu tolta in quei giorni alla mia famiglia e a tanti amici”. Lo ha affermato in una nota l’europarlamentare di Fratelli d’Italia Nicola Procaccini, archiviato nell’ambito dell’inchiesta “Free Beach” del luglio 2022 – dal gip di Latina su richiesta del procuratore aggiunto Carlo La Speranza e dei pm Giuseppe Bontempo e Antonio Sgarrella – che ha visto 50 persone iscritte sul registro degli indagati, sei agli arresti domiciliari e sette interdette dai pubblici uffici.

L’indagine è quella che ha sconvolto Terracina, città costiera del litorale pontino a pochi chilometri da Roma, che il 7 luglio si è svegliata con le sirene dei carabinieri e della Guardia Costiera che hanno notificato una serie di ordinanze con ipotesi di reato che spaziano, a vario titolo e a seconda delle posizioni, dal falso, alla turbata libertà negli appalti riguardanti l’affidamento in gestione di spiagge e servizi connessi alla balneazione, frodi, indebite percezioni di erogazioni pubbliche e rivelazioni di segreto d’ufficio. Tra i destinatari del provvedimento anche l’allora sindaca, Roberta Tintari. Anche nei suoi confronti, e di altri quattro politici e dirigenti comunali, le accuse sono state fatte cadere. La “vicenda è stata molto amara dal punto personale e politico”, ha spiegato il politico di FdI. “Il Riesame e la Cassazione hanno stabilito con sentenze passate in giudicato che fu un errore privare della libertà personale il sindaco, gli amministratori e i funzionari del Comune di Terracina, provocandone di fatto la caduta. Tra poche settimane si svolgeranno delle elezioni che non avrebbero mai dovuto svolgersi. Qualcuno dovrà riflettere su questo grave condizionamento della libertà di una comunità locale di poter scegliere i propri rappresentanti”, ha concluso l’europarlamentare.

Le ipotesi accusatorie nei confronti di Procaccini erano turbativa d’asta e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nel primo caso, il reato non è neppure configurabile, scrivono i magistrati nella richiesta di archiviazione – spiega in una nota Procaccini -, poiché la somma deliberata a fine 2019 dalla giunta comunale di Terracina ad una associazione di balneari per l’attuazione del piano di salvataggio sulle spiagge comunali, era al di sotto dei 40mila euro (somma peraltro mai erogata dal Comune per motivi burocratici), soglia massima per l’affidamento diretto di lavori a ditte esterne. Tra l’altro, Procaccini, che all’epoca dei fatti era già deputato europeo e assessore comunale, non era presente alla seduta di giunta perché a Strasburgo, come emerge dal verbale di riunione. Nel secondo caso, Procaccini era indagato per un ipotetico tentativo di concussione per induzione indebita a dare o promettere utilità, che sarebbe avvenuto nel maggio 2019, quando l’europarlamentare era ancora sindaco di Terracina. Secondo l’accusa avrebbe indotto con modi bruschi una dipendente comunale a rilasciare un’autorizzazione per l’installazione di alcuni gonfiabili. Nessuna tentata concussione, hanno concluso i magistrati secondo i quali “si osserva che non vi sono nella fattispecie neppure le condizioni per ravvisare il reato”, e mai è stata neppure richiesta al Parlamento europeo l’eventuale autorizzazione per l’utilizzo delle telefonate dell’europarlamentare, occasionalmente intercettate. “Ringrazio i miei legali, Giulio Mastrobattista e mio padre (Massimo Procaccini) – ha affermato ancora Procaccini in un incontro con la stampa – così come ringrazio il gip e i magistrati della procura per la disponibilità ad approfondire il mio procedimento giudiziario, certificando la mia estraneità ai fatti”.