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Latina, droga all’Icot: fissati gli interrogatori

Fissati gli interrogatori di garanzia per i due uomini destinatari della misura cautelare eseguita nei giorni scorsi dalla guardia di finanza di Latina per detenzione illegale di sostanze stupefacenti. Un’ordinanza emessa tribunale nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla procura che ha portato a scoprire un giro di consumatori di stupefacenti anche all’interno della struttura sanitaria dell’Icot. 

L’indagine

Un giro di droga che coinvolgeva anche professionisti dell’Icot, tra medici, infermieri e altri operatori, è stato smascherato da un’indagine condotta dalle Fiamme Gialle del capoluogo pontino che ha portato nei giorni scorsi all’esecuzione di due misure cautelari disposte a carico di un pusher e di un professionista dipendente della struttura. Il primo, Angelo Rigliaco, è finito in carcere ed è considerato dagli inquirenti la figura centrale dell’attività investigativa, fornitore e gestore della droga, capace di organizzare la sua attività attraverso un profilo Instagram e poi scambi di messaggi su Telegram e Whatsapp con i suoi clienti. A carico del medico, L.E. le sue iniziali, invece è scattata la misura dell’interdizione dall’esercizio dell’attività professionale per la durata di un anno. L’attività del presunto pusher è stata accertata grazie a una lunga serie di intercettazioni ambientali e telefoniche che ricostruiscono i contatti con gli ambienti della droga, con i collaboratori e anche con una fitta rete di clienti. Il medico è risultato essere invece un consumatore che in qualche caso aveva concluso ordinativi “doppi”, anche per conto di un altro professionista in servizio nella struttura sanitaria.

L’indagine inizia nel 2020, quando gli investigatori riprendono a seguire i movimenti e i contatti di , un uomo già molto noto negli ambienti della criminalità e dello spaccio, che era stato arrestato circa 10 anni prima in una grossa operazione di polizia. Grazie ai pedinamenti l’investigazione si allarga ad altri soggetti e porta ad effettuare alcune perquisizioni domiciliari tra gennaio e febbraio del 2021. Gli accertamenti si concludono con quattro arresti in flagranza di reato, quelli di Marco Barsi, Italo Di Spigna, Paolo Miccio e anche di Renato Gargiulo, quest’ultimo in servizio all’Icot. All’interno del suo armadietto metallico i militari delle Fiamme Gialle trovano 177 grammi di hashish e un bilancino, in casa altro stupefacente, in parte chiuso in una cassetta metallica. Barsi, Gargiulo e Di Spigna vengono anche condannati in abbreviato: i primi due a quattro anni, l’altro a due anni e due mesi. 

Tra i contatti compare anche il medico, oltre a infermieri e altri dipendenti della struttura che risultano ad oggi indagati a piede libero. Gli scambi e i contatti, come riporta la guardia di finanza, avvenivano anche all’interno del nosocomio o nelle immediate vicinanze. Gli stessi vertici della struttura sanitaria hanno poi denunciato la situazione e ieri hanno ringraziato la procura e la guardia di finanza.